COMUNICATO STAMPA
Terzo appuntamento con il trofeo per i non-professionisti
A Misano gli Amatori incontrano l’estate e regalano spettacolo
I vincitori sono Gamba, Peri, Vietti Ramus, D’Adda, Cannone e Sbrana
Anche al Misano World Circuit, per il terzo appuntamento stagionale, nel cuore dell’estate, il Trofeo Italiano Amatori 2017 ha toccato quota duecento iscritti. Poi qualche defezione dell’ultimo momento ha fatto leggermente scendere il numero dei presenti ma in tutte e cinque le categorie le griglie di partenza si sono comunque presentate molto affollate, tanto nella 600 quanto nella 1000.
Non è mancato il sole, come la collocazione in calendario della gara lasciava sperare, e le temperature si sono mantenute molto elevate per l’intero week end, superando i 30° e non facendo registrare ampie escursioni, neppure tra giorno e notte. Ma a rendere tutto sopportabile è stato il caratteristico vento che ha spirato quasi costantemente dal mare. Il resto lo hanno fatto l’ottima pista romagnola, l’impegno del Moto Club Motolampeggio e dei piloti e anche la monogomma Metzeler Racetec RR che, anche in condizioni di grande impegno, ha garantito allo stesso tempo prestazioni elevate e massima affidabilità.
I vincitori delle gare sono Massimo Gamba (MR2) nella 600 Base, Alessandro Peri (Yamaha) nella 600 Avanzata, Doriano Vietti Ramus (Yamaha) nella 600 Pro, Daniele D’Adda (Yamaha) nella 1000 Base, Giorgio Cannone (Yamaha) nella 1000 Avanzata e Simone Sbrana (BMW) che ha messo a segno una brillante doppietta nella 1000 Pro, scesa in pista, per il primo dei doppi round del trofeo, sia il sabato sia la domenica.
I leader del campionato sono invece Gamba (600 Base), Peri (600 Avanzata), Corsini (600 Pro), D’Adda (1000 Base), Cannone (1000 Avanzata) e Traini (1000 Pro).
Prossimo appuntamento con il Trofeo Italiano Amatori il 27 agosto nel circuito del Mugello.
Classe 600 Base – Sotto un sole rovente, appena mitigato dalla leggera brezza marina, alle 15.00 sono scesi in pista al Misano World Circuit i piloti della classe 600 Base del Trofeo Italiano Amatori, inaugurando il programma pomeridiano del terzo round della Coppa Italia di motovelocità.
Una gara bella e combattuta con la meritata vittoria di Massimo Gamba sull’artigianale MR2 che bissa così il successo del Mugello e allunga decisamente anche in classifica generale.
La gara si è svolta solo su sei dei dieci giri previsti, a causa della scivolata di un pilota che ha lasciato sull’asfalto tracce di olio, costringendo la direzione gara a chiudere anzitempo le ostilità, ma l’aver accorciato la corsa nulla toglie al vincitore che al momento dello stop vantava quasi dieci secondi di vantaggio sulla coppia Villani – Munerato, che poi chiuderanno nell’ordine.
Allo spegnersi del semaforo Gamba è il più reattivo e brucia i rivali della prima fila, insediandosi subito al comando della corsa; alle spalle del battistrada il gruppo degli inseguitori è guidato da Mirco Zappon (Honda) che precede Francesco Villani (Yamaha), scattato con il secondo crono delle prove ufficiali, quindi da Stefano Munerato, Alex Sapia, Marco Imbastaro (tutti su Yamaha), Marcello Vincenzi (Honda) e ancora dai portacolori Yamaha Antonio Russo e Simone Barale.
Il quarto passaggio è fatale a Zappon che in bagarre con Villani scivola abbandonando la gara. Intanto il fuggitivo Gamba prende decisamente il largo incrementando il vantaggio ad ogni tornata. Dietro, dopo l’uscita di scena di Zappon, la seconda posizione viene rilevata da Villani che inizia un lungo duello con Munerato che come detto si concluderà a favore del primo solo per la chiusura anticipata della corsa. “Peccato”, ha detto alle premiazioni Munerato, “perché avevo preso un bel passo e senza fine anticipata, avrei potuto anche salire sul secondo gradino del podio, non oltre, perché oggi Gamba, aveva un ritmo irresistibile”. Delusione anche per Imbastaro che dopo un inizio non ottimale aveva recuperato fino a portarsi immediatamente alle spalle della coppia Villani-Munerato, ma come ricordato lo stop anticipato ha chiuso ogni speranza di rimonta al pescarese, finito ai piedi del podio. Quinto ha chiuso Sapia che ha preceduto nell’ordine Russo, Bozzoni, Vincenzi, Barale e Zamboni. In classifica generale c’è in testa Gamba con 660 punti davanti a Munerato (398) e Imbastaro (360).
Classe 600 Avanzata/Pro – Gara spettacolare ed avvincente con tre piloti che si sono più volte alternati al comando della corsa e che si è conclusa con la meritata vittoria di Doriano Vietti Ramus (Yamaha) che, dal podio, ha dedicato la prima vittoria della sua carriera al babbo, alla mamma e soprattutto al più noto fratello Celestino.
Lo start è perfetto per tutti i migliori, con il piacentino Carlo Corsini (Kawasaki) che, dopo una breve esitazione, passa a guidare l’affollato serpentone dei piloti. Alle sue spalle si inserisce Gabriel Zappa (Honda) e poi il vincitore della precedente gara di Misano Cristian Redaelli (Yamaha) che precede Vietti Ramus, Manuele Mantovani (Kawasaki), Simone Fornasari e Luca De Pretto entrambi su Yamaha.
In quest’ordine il gruppo transita anche alla chiusura del primo passaggio ma al successivo in testa alla corsa passa Redaelli e Zappa perde due posizioni, scivolando dalla seconda alla quarta. La corsa è bella e movimentata con un bel gruppo di piloti racchiusi in pochissimo spazio, quando in breve sequenza cadono Giordano Travagliati (Suzuki), che dopo un brutto inizio stava recuperando, e Luca De Pretto (Yamaha) che si era appena inserito nel gruppo dei migliori.
Redaelli prova ad allungare e sembra riuscirci, tanto che al terzo passaggio stabilisce con 1’41.826 il giro veloce della gara, ma subito dopo dell’acqua fuoriuscita dal radiatore va sulla ruota anteriore, la moto perde aderenza procurandogli una innocua scivolata e costringendolo ad abbandonare. La caduta compromette oltre alla gara anche la scalata al vertice della classifica generale. “Ci riproverò al Mugello” ha dichiarato un deluso ma non dimesso Redaelli.
L’uscita di scena del rider di Varese consente a Vietti Ramus di passare al comando e da questo momento in poi non mollerà più la presa, salvo per poche centinaia di metri nel penultimo giro a favore di Corsini che ha tentato, come dichiarerà al podio, fino alla fine, di strappare la vittoria al suo giovane avversario, ma la bravura del ventenne torinese e la grande differenza di età, non gli hanno consentito di cogliere la prima vittoria stagionale.
Oltre al duello per la prima posizione, gli ultimi giri sono stati molto combattuti per decidere l’ultimo gradino del podio che alla fine è andato Yuri Menchetti (Honda), già vincitore al Mugello, che nella seconda parte della gara ha recuperato dopo un inizio non dei migliori.
Fuori dal podio per soli sette decimi Fornasari che ha preceduto Zappa, Mantovani, Varanese, Peri, D’Ettore e Calzavara.
Con l’ottavo posto assoluto Alessandro Peri (Yamaha) si è aggiudicato la classifica riservata alla classe Avanzata che come è noto corre insieme alla Pro. Il podio della Avanzata è completato da Thomas Gibertoni (Kawasaki) e Nicola Gianico (Yamaha). Con 610 punti Peri guida anche la classifica generale precedendo Cecconi (500) e Gibertoni (410). Nella Pro il leader è Corsini (560) davanti a Vietti Ramus (520) e Menchetti (490).
Classe 1000 Base – “Brescia rules” nella 1000 Base. Ha vinto infatti Daniele D’Adda (Yamaha) davanti al concittadino Diego Carlenzoli (BMW). Il venticinquenne operaio tornitore, al secondo anno di corse (primo con la 1000), è passato in testa alla classifica generale in cui Carlenzoli, 43 anni, imprenditore, è terzo. I due sono anche compagni di squadra nell’FG Racing e dopo la bandiera a scacchi hanno rivolto in coro un ringraziamento al tecnico Victor Zivi oltre che agli sponsor ed ai meccanici. Sul terzo gradino del podio è salito Stelvio Boaretto (BMW), cinquantacinquenne veterinario padovano, anch’egli al primo anno con la 1000 dopo un’esperienza con la 600.
In realtà sembrava che la gara potesse avere altri protagonisti vista la partenza a razzo dalla seconda fila di Massimo Buna (BMW) e Matteo Dalola (Honda). Il laziale Buna ha chiuso in testa il primo giro, poi è scivolato, ha caparbiamente ripreso la sua prova ed è terminato 27°. L’altro bresciano Dalola ha guidato alla seconda tornata ma poi è ugualmente scivolato ed è stato costretto al ritiro. E’ passato così al comando D’Adda che era partito malissimo dalla pole position ma si era subito impegnato nel recupero delle posizioni di testa. Il pilota della Yamaha si è trovato con un secondo di vantaggio su Boaretto, ha creduto nelle sue possibilità ed ha insistito nell’azione solitaria al comando; al quinto giro ha fatto segnare il tempo migliore in gara, con 1’43”9, e non ha mai mollato, incrementando costantemente il vantaggio. “E’ stata una gara solitaria” ha commentato dopo l’arrivo “resa possibile da una moto perfetta”. Con Ermes Ripamonti (Suzuki), Andrea Chiussi (Kawasaki), vincitore della prima stagionale sempre a Misano, e Fabrizio Tinti (BMW) costantemente in lotta per la quarta posizione e terminati poi in quest’ordine, l’attenzione si è dunque tutta spostata sul duello per il podio tra Boaretto e Carlenzoli.
Quest’ultimo ha avuto un avvio difficile, era addirittura nono al primo passaggio, ma non ha perso tempo e si è abbastanza rapidamente riportato sui primi. “Il caldo si faceva sentire – ha detto Carlenzoli – ma sono riuscito a passare Boaretto alla Quercia poco dopo la metà gara ed a prendere poi anche un po’ di vantaggio. Sono al secondo anno di corse, sto molto migliorando le mie prestazioni, sono soddisfattissimo”.
Accurata anche l’analisi di Boaretto che in gara si è migliorato di un secondo e mezzo rispetto alle prove: “La guida della 1000 non te la puoi inventare, ho preferito ragionare, fare i conti anche sulle prestazioni delle prove e non esagerare. Così quando Carlenzoli mi è arrivato vicino ho continuato a fare la mia gara”.
Nella generale D’Adda guida con 570 punti davanti a Cremona (450), passato alla 1000 Pro, Carlenzoli (440) e Chiussi (360).
Classe 1000 Avanzata – Un nuovo leader della classifica, una grande e sorprendente protagonista. Questo, in estrema sintesi, il bilancio della classe 1000 Avanzata che al Misano World Circuit ha vissuto comunque una giornata carica di emozioni. Dopo il passaggio di Pavanini alla 1000 Pro (in cui, come si vedrà, è stato subito protagonista), il nuovo leader della “generale” è il romano Giorgio Cannone, già presentatosi, dopo i primi due round, come il più autorevole antagonista del Vigile del Fuoco di Ferrara e che in Romagna ha legittimato il suo ruolo, dominando prove e gara. La protagonista inattesa è Sandra Stammova, slovacca, 34 anni, dipendente del reparto corse della MV Agusta, presente come wild card e capace, dopo una prova travolgente, di salire sul terzo gradino del podio.
Ma, come detto, la 1000 Avanzata non si è fatta pregare, proponendo un copione incandescente che, proprio nel finale, ha vissuto momenti di grande incertezza.
Dopo aver ottenuto la pole position, il trentaduenne autodemolitore capitolino Cannone (Yamaha) ha subito preso il comando delle operazioni davanti alla wild card Roberto Bernardi (Yamaha) e ad un’altra R1, quella del marchigiano Gabriele Rossi. Alle spalle dei primi tre, il gruppo degli inseguitori comprendente, oltre alla Stammova, partita dalla seconda fila con una Yamaha messa a disposizione dalla Motoxracing, anche Claudio Sergiovich (BMW), Mauro Benigni (Suzuki), Nicola Quinzanini (Honda) e Riccardo Chiesura (BMW).
Con Cannone in grado di aumentare costantemente il proprio vantaggio su Bernardi e Rossi saldamente terzo, i maggiori spunti di cronaca sono venuti dal drappello impegnato nella ricorsa, animato soprattutto dalla Stammova, settima al primo giro e in costante rimonta. La sorprendente pilotessa ha più volte scompaginato le posizioni di rincalzo, riuscendo addirittura quasi ad operare il ricongiungimento con Rossi. Poi l’epilogo che non ti aspetti: Cannone che vede ridursi sensibilmente il proprio vantaggio, Bernardi che perde la seconda posizione e il finale quasi allo sprint per il podio con Rossi che, diventato il primo inseguitore di Cannone, riesce a precedere la Stammova di soli due decimi. Il racconto dei protagonisti rivela le ragioni di questo finale al cardiopalma: Cannone, visto il vantaggio (suo anche il giro più veloce in 1’42”7), ha ammesso di essersi rilassato, ha perso concentrazione, ha cominciato a guidare più rigido ed ha corso due rischi enormi. “Non lo farò mai più, bisogna rimanere concentrati fino all’ultimo – ha detto il simpatico pilota romano – altrimenti si rischia troppo. E’ stata durissima, un giorno di attesa (la 1000 Avanzata ha chiuso il programma di Misano, n.d.r.) è molto stressante, comunque sono contento, sto girando su tempi mai visti, mi dispiace non confrontarmi più con Pavanini ma mi fa anche piacere che sia andato subito forte nella 1000 Pro”. Bernardi, pilota di casa (è di Gradara), ha spiegato di aver preso una grande imbarcata alla Quercia che lo ha proiettato a gambe all’aria, è riuscito a rimanere in piedi ma ha perso la seconda posizione e l’urto contro il serbatoio ricadendo in sella gli ha impedito di continuare a lottare. Rossi ha visto il calo di Bernardi e si è impegnato al massimo per raggiungere la seconda posizione, poi nel finale ha badato soprattutto a non commettere errori e si è difeso dal ritorno del gruppetto degli inseguitori. Sandra Stammova, affascinante tanto in sella quanto una volta levato il casco, ha spiegato di essere venuta in Italia per lavorare e per correre in moto. Ha iniziato a calcare le piste cinque anni, ha all’attivo due anni di corse in Inghilterra e uno in Sud Africa ed ha Misano aveva effettuato un solo test, per di più con altre gomme. E’ scivolata due volte nelle prove del venerdì ma ha ritrovato sicurezza e concentrazione e con la massima naturalezza ha affermato di poter andare ancora più forte. Alle spalle dei primi tre hanno chiuso, nell’ordine, il già citato Bernardi e poi Riccardo Chiesura, che ha detto di aver finalmente sfatato la tradizione negativa di Misano, di essere soddisfatto per il passo avanti in campionato e di sentirsi pronto per una bella prova al Mugello, Claudio Sergiovich e Mauro Benigni.
Cannone guida la generale con 650 punti davanti a Pavanini (500), Rossi (345) e Sergiovich e Chiesura, appaiati a quota 340.
Classe 1000 Pro
Gara 1 – Tocca alla top class del Trofeo Italiano Amatori inaugurare i doppi round e così, nell’arroventato sabato pomeriggio misanese, ben quaranta piloti sono scesi in pista per conquistare punti pesanti per il campionato.
La gara, alla fine vinta da Simone Sbrana (BMW), è stata caratterizzata da alcune cadute, fortunatamente tutte senza conseguenze, che hanno tolto di scena i primi tre della classifica generale, nell’ordine Traini, Domenighini e Tomasoni. Che fosse un pomeriggio impegnativo lo si era visto all’inizio del terzo passaggio, quando, in seguito alla caduta di Yuri Vacondio (Kawasaki), la direzione di gara ha esposto la bandiera rossa; poco prima della scivolata del campione in carica, stessa sorte era toccata a Luca Pelabasto (BMW) e a Marco Cottone (Kawasaki).
Si va alla seconda partenza con procedura di quick start e gara ridotta a otto giri e subito il primo colpo di scena, Alberto Arghittu (Ducati) che apriva la seconda fila non parte, la sua moto si zittisce e inutili sono stati i tentativi di riavviarla, costringendo il pesarese a dare definitivamente forfait.
In questo secondo start Tiziano Traini (BMW) non si fa sorprendere, come invece era avvenuto nel primo e prende subito in mano le redini della corsa seguito dal poleman Luca Pavanini (Ducati) all’esordio nella classe Pro, dopo essere stato promosso dalla Avanzata. Dietro i due si posizionano Pierluigi Domenighini (Kawasaki), Libero Peppino Cirotto, Fabio Gaspari, Mauro Boccadoro, Sbrana, tutti su BMW e Michele Tomasoni (Kawasaki). Saranno questi alla fine, nel bene e nel male, i protagonisti della gara.
Traini continua a menare le danze ma gli inseguitori non lo mollano e il vantaggio del battistrada rimane sempre inferiore al secondo. Al quarto passaggio, la prima caduta eccellente dopo la ripartenza, protagonista Domenighini che dopo aver preso la seconda posizione cade alla curva del Rio. Ancora due giri e la stessa curva è fatale al battistrada Traini che per puro miracolo non “miete” anche Pavanini che così passa a condurre, il leader del torneo riuscirà a riprendere la marcia concludendo sedicesimo. Al penultimo giro la malasorte si accanisce su Zambelli e Tomasoni che cadono a poca distanza l’uno dall’altro. Ci si avvicina all’epilogo con l’ultimo giro che inizia con Pavanini in testa e Sbrana incollato alla sua ruota posteriore, il ventitreenne pisano sente che dopo varie tribolazioni oggi potrebbe essere la sua giornata e alla curva del Rio, con una manovra da lui stesso definita “un po’ azzardata e rischiosa” passa in testa alla corsa e va a cogliere la prima vittoria assoluta dopo sei anni di gare. A mezzo secondo transita sotto la bandiera a scacchi Pavanini, entusiasta di salire sul podio all’esordio nella Pro. Terzo chiude Gaspari, contentissimo di aver guadagnato ben otto posizioni rispetto alla griglia di partenza. Il rider di Ascoli precede nell’ordine Cirotto, D’Amico, Boccadoro, Baschieri, Accornero, Fontanelli risalito addirittura dalla trentesima posizione e Benedetti.
Gara 2 – La top class del Trofeo Italiano Amatori non si smentisce. Anche nel round domenicale, la 1000 Pro ha regalato infatti uno spettacolo di altissimo livello e grandi emozioni, con continui colpi di scena e addirittura quattro diversi capoclassifica in soli dieci giri. Bravissimo è stato Simone Sbrana (BMW), capace di concedere il bis davanti ad avversari di tutto rispetto e di porsi dunque, da questo momento, come uno dei punti di riferimento della categoria. Ma meritano la piena citazione anche Pierluigi Domenighini (Kawasaki), Tiziano Traini (BMW), che si conferma al vertice della classifica generale, e lo sfortunato padovano Mauro Boccadoro (BMW) che ha condotto per tre giri ed è poi scivolato al Carro, in vista del traguardo, quando stava portando a casa un meritatissimo secondo posto. Anche se non si sono avvicendati al comando della corsa, altrettanto meritevoli sono state le prove di Fabio Gaspari (BMW), amico/rivale di Traini, quarto al traguardo e terzo in classifica generale, e, nell’ordine, di Luca Pavanini (Ducati), Michele Tomasoni (Kawasaki) e Gianmaria D’Amico (Yamaha), tutti capaci di contenere entro i dieci secondi il distacco dal vincitore. Il cinquantatreenne bergamasco Domenighini, autore di un’ottima partenza, ha condotto al primo giro, poi è stato rilevato da Traini, quando il gruppo di testa comprendeva addirittura sette piloti; quindi è toccato a Boccadoro regolare una muta veramente scatenata infine Sbrana, che ha un conto aperto con le partenze e che ha potuto disporre di una moto veramente perfetta, ha preso con decisione la testa, mantenendola fino alla bandiera a scacchi e facendo segnare proprio all’ultimo giro, nonostante il gran caldo, la tornata più veloce in 1’41”6.
Per il resto a dominare è stata la bagarre, con distacchi sempre contenutissimi tra i piloti del gruppo di testa e grande fair play, nonostante i duelli a distanza ravvicinata. Forse più di ogni altro, ad aver sparigliato il gioco è stato Pier Domenighini: il vincitore del Mugello dopo la caduta nel round di sabato è partito bene ma si è reso conto che il suo ritmo non era sufficientemente elevato per poter tirare il gruppo così si è messo da parte ma in soli tre giri è passato da primo a settimo. Allora, perfettamente assecondato dalla “verdona” preparata dal team di Lucio Pedercini (al quale ha poi rivolto un sentito ringraziamento) ha iniziato una rimonta che nell’ultima tornata lo ha portato da quinto a secondo: ha sorpassato Gaspari alla Quercia, Traini al Curvone e si è poi incolpevolmente giovato della scivolata di Boccadoro. Così al traguardo Sbrana, ora quarto nella generale dopo i due zero dei primi due round, ha preceduto appunto Domenighini e Traini. Il quarantacinquenne commerciante ascolano, portacolori del Sisma Racing Team, che evoca purtroppo la situazione delle zone colpite dal terremoto del 2016, dopo la doppia caduta del sabato, ha scelto una condotta più cauta, pensando soprattutto al campionato: “Sentivo la pressione di Domenighini, ho preferito perdere una posizione piuttosto che altri punti” ha ammesso. Il trentaquattrenne architetto Gaspari, che ha rivolto un ringraziamento ai suoi sponsor (e che vive a meno di un chilometro da Traini), ha invece sottolineato il proprio recupero dall’undicesima posizione in griglia, dichiarando ugualmente una particolare attenzione alla classifica. Pavanini, partito non bene dalla pole, ha detto di aver adottato una strategia più prudente anche se fino all’ultima curva ha provato a passare Gaspari mentre Alberto Arghittu (Ducati), dopo lo zero di sabato dovuto ad un problema tecnico, ha detto di essersi comunque divertito a rimontare fino all’8.a posizione dalla 19.a dove lo aveva fatto precipitare un doppio black out elettrico quando navigava in quarta posizione. In classifica guida Traini con 608 punti davanti a Domenighini (580) e Gaspari (550).
24 Luglio 2017
Rif.: Diego Mancuso, 347 7593717 – Celso Pallassini, 328 8326609