Il Trofeo Italiano Amatori è tornato al Mugello, dove aveva aperto la stagione 2018, per la quarta delle sei prove in calendario.
Sette le gare disputate nel week end, con il doppio round della 1000 Pro, da 199 piloti che hanno dovuto fronteggiare la prima, vera ondata di caldo dell’estate.
La pista ha decreto le vittorie di Mauro Cocchi (Yamaha) nella 600 Base, Christian Fortunati (Honda) nella 600 Avanzata, Marcello Vincenzi (Honda) nella 600 Pro, Tiziano Mattioli (BMW) nella 1000 Base, Roberto Deste (Kawasaki) nella 1000 Avanzata, Tommaso Pinna e Alessandro Rossi (Yamaha) nella 1000 Pro.
Invariata la situazione al vertice delle classifiche di campionato guidate da Cocchi (600 Base) e Daniele Zinni (600 Pro). Nella 1000 i leader sono Mattioli (Base), Manuel De Vecchi (Avanzata) e Rossi (Pro). Con la vittoria del Mugello Christian Fortunati (Honda) si aggiudica matematicamente il titolo della 600 Avanzata.
Ecco il racconto della manifestazione.
Non ce ne vogliano gli agonisti “puri” ma la scena più bella della 600 Base si verifica lungo le scale che dal parc fermé portano al podio del Mugello e a cui pochi fortunati hanno il privilegio di assistere. Mauro Cocchi sta salendo quelle scale con l’ormai inconfondibile sorriso stampato sul volto, ancora più smagliante per il terzo successo consecutivo. Improvvisamente ha un sussulto, cambia espressione e poi si getta tra le braccia di una “bionda” che gli sorride trepidante. Abbraccio e situazione appaiono inconfondibili: la donna che il trentenne emiliano saluta con trasporto è la mamma, Gigliola, che, insieme a papà Marco, non era ancora mai andata a seguire Mauro, per evitare un’emozione tanto forte, e che al Mugello si è invece presentata a sorpresa, ma solo a gara terminata. L’incontro imprevisto è tanto intenso ed affettuoso quanto sobrio, dura pochi istanti, poi il pilota della Yamaha – Black Racing riprende le scale e va al podio, nel rispetto del copione. Eppure, nonostante questo siparietto familiare, non è stata una gara che possa aver lasciato spazio a sentimentalismi: partito dalla pole position, Cocchi ha dovuto guadagnare la prima posizione dopo la sfuriata iniziale del suo eterno rivale Mirko Zappon (Honda). Poi il magazziniere ceramista di Reggio Emilia si è dovuto costantemente guardare le spalle dalla wild card Federico Barone (Yamaha), che lo ha francobollato, non facendo mai salire il suo distacco oltre il mezzo secondo, se non nel giro conclusivo. Il ventisettenne veneto Zappon ha perso via via terreno ed è stato preceduto anche da uno straordinario Federico Luigi Murano (Yamaha). Dopo l’arrivo Cocchi ha rivissuto un fine settimana sofferto, caratterizzato da una caduta in Q2 che non solo gli ha impedito di scendere sotto i 2 minuti ma che ha costretto la squadra a lavorare tutta la notte per risistemare l’R6 danneggiata. L’emiliano, che ha fatto segnare il giro più veloce in 2’01”7, ha ammesso di aver sofferto il caldo ma anche detto che avrebbe potuto tenere un ritmo più elevato se l’intero pacchetto fosse stato come prima della caduta. Barone, elettricista catanese di 28 anni, nonostante le gare disputate, è abbonato al ruolo di wild card: la sua stagione finisce proprio al Mugello. Il pilota siciliano si è detto quasi sorpreso di riuscire a tenere il passo dei primi ed ha affermato che in alcuni punti il suo ritmo era migliore di quello del battistrada. Fantastica la storia di Murano, triestino di diciotto anni e mezzo, studente di Istituto Tecnico, al primo anno di gare, che ha inizialmente pagato lo scotto del noviziato non conoscendo, salvo il Mugello, nessuna delle piste su cui ha gareggiato. “Sto cominciando ad ingranare – dice il friulano – grazie anche al lavoro del mio team”. E quando gli si chiede da chi è composta la squadra, risponde: “da papà Saverio, che fa il meccanico, da mio cugino e da mamma Michela, che pensa alla cucina ma è il mio secondo papà”.
Decisamente deluso Zappon che non riesce a dare una spiegazione alla sua prestazione un po’ in calo: “eppure sono partito bene, ero davanti, e ho migliorato il mio personale rispetto alla prima uscita qui al Mugello. Forse è Cocchi che ha migliorato qualcosa ma oggi sono stato comunque meno brillante. Il campionato non è finito, vedremo chi di noi due dovrà pagare la pizza all’altro”.
Comunque, in questa 600 Base all’insegna dei migliori sentimenti familiari, Cocchi consolida la sua prima posizione in campionato con 950 punti contro gli 804 di Zappon; terzo, nonostante le ormai due assenze consecutive, Nicola Crestanini (Yamaha) a quota 570.
Evidentemente al Mugello, per il quarto round del Trofeo Italiano Amatori, gli astri erano tutti a favore di quella fondamentale istituzione che è la famiglia. O, più concretamente, è il campionato per i non-professionisti ad esaltare la passione più pura ed il sacrificio rispetto ad atteggiamenti troppo “freddi” e professionali e così ad emergere sono altri valori più autentici e più solidi come, appunto, quelli familiari. La premessa è d’obbligo anche per la 600 Avanzata – Pro perché il vincitore Marcello Vincenzi (Honda), modenese di 20 anni, ha il più forte sostenitore nel papà che lo segue come un’ombra. A differenza pero della stragrande maggioranza dei genitori presenti alle gare, Vincenzi-senior osserva il capelluto e riccioluto figliolo con grande affetto e con un’aria soprattutto divertita, che è l’esatto contrario del prendersi troppo sul serio. E così i due, a pochi istanti dalla premiazione, possono anche dar vita ad una divertente scenetta in cui il babbo dice che il figlio è studente universitario di ingegneria, il giovanotto smentisce e il progenitore insiste dicendo “no, tu studi ingegneria” ma sempre con una bonomia tipicamente emiliana.
Comunque Vincenzi torna a vincere al Mugello dopo essersi imposto nel doppio round della 600 Base che aveva chiuso la stagione 2017 senza mai guardare la tabella (che non vuole) né voltarsi indietro a controllare gli avversari. Sul podio con il modenese salgono il romano Marco D’Ettorre (Yamaha), felicissimo per aver finalmente messo a posto la sua quattro cilindri, e Mattia Scagliarini (Kawasaki) che, dopo aver saltato Vallelunga, è potuto tornare in Italia a disputare la gara dal Giappone, dove studia la lingua asiatica. E Daniele Zinni? Il trentenne abruzzese, fin qui dominatore della 600 Pro, parte dalla pole position, segna il giro più veloce alla seconda tornata e poi, quando tutti si aspettano l’attacco alla lepre-Vincenzi, perde progressivamente per chiudere al quarto posto. “Rimaneva la moto accelerata – spiegherà dopo l’arrivo –, ho anche pensato di dovermi ritirare poi, lavorando di frizione, sono riuscito ad arrivare in fondo, non ho vinto la gara ma sono tranquillo per il campionato”. Nel gruppetto degli inseguitori, che nella fase centrale arriva ad essere composto anche da cinque piloti, si mettono in luce anche Emanuele Viglieno (Honda) e Nicola Coccia (Yamaha), poi sesto e settimo al traguardo.
Vincenzi comanda la corsa per tutti e dieci i giri: “è andata molto bene, non pensavo di stare davanti da solo, credevo che prima o poi mi avrebbero raggiunto” afferma candidamente. Da metà gara ha dimostrato comunque di guidare con maggiore sicurezza, riuscendo a tenere un passo elevato e costante. D’Ettorre è contento di aver potuto dare finalmente il massimo: “era tutto a posto, mi sono divertito e poi mi pare che, per avere 43 anni, sono anche in forma, no?”. Molto felice anche Scagliarini, fermo da due mesi per gli impegni universitari in estremo Oriente: “ho sofferto il caldo, è stata veramente dura, un risultato molto buono”.
In classifica generale Zinni resta naturalmente al comando con 1.130 punti, Vincenzi si avvicina a quota 910 mentre Viglieno è terzo con 610.
Molto emozionante la gara-nella-gara della 600 Avanzata che ha riservato un colpo di scena che ha deciso la stagione. Diciamo anzitutto che l’ordine d’arrivo vede nelle prime tre posizioni Christian Fortunati (Honda), Riccardo Picciuto (Yamaha) e Mauro Salvatore (Kawasaki); sul terzo gradino del podio sale però il giovanissimo Nicola Gianico (Yamaha) visto che l’eclettico ed imprevedibile Salvatore, sicuro di non essere chiamato per la premiazione, sfoggia una mise non adatta alla cerimonia protocollare (per i più curiosi, il sottotuta).
Chi manca all’appello è dunque Diego Masciocchi (Kawasaki), avversario per il titolo di Fortunati, che scivola, rimanendo per fortuna illeso, nel corso del penultimo giro quando si è già scambiato più volte di posizione proprio con il rivale.
Piacentino, 37 anni, impiegato disegnatore, assistito dal Team Centromoto di Rapallo (GE), Fortunati diventa così matematicamente campione 2018 della 600 Avanzata; il neo-titolato racconta che Masciocchi è scivolato dopo l’Arrabbiata 2, alla Scarperia Palagio, e che per evitarlo ha dovuto allargare. “E’ stato un duello molto impegnativo – ammette Fortunati – e anche faticoso, visto che fisicamente non sono al top. Masciocchi ne aveva più di me, ho cercato di spezzargli il ritmo in frenata”. Picciuto, 19 anni, viene da Gozzano (NO), sul Lago d’Orta, lavora come meccanico e si allena con Emanuele Pusceddu, che disputa il mondiale Stock 1000. “Mi sto giocando il titolo, ne sono consapevole, oggi è andata bene, solo da metà gara la moto scivolava un po’ per il caldo, ma niente di troppo grave”. Nicola Gianico è abruzzese di Vasto (CH), ha appena sedici anni ed è al primo anno di corse: “ho subito fatto un dritto alla Scarperia, mi sono trovato molto indietro, ero diciottesimo, poi sono riuscito a rimontare”. E anche se non sale sul podio, Mauro Salvatore si distingue come sempre per simpatia, scherzando con Gianico e ricordandogli di avergli fatto segnare il 49” a Binetto, portandoselo amichevolmente in scia, lungo traiettorie che il più esperto pilota di Melfi conosce molto bene”. Gianico sale al secondo posto della generale con 710 punti contro i 1.160 di Fortunati mentre Picciuto insegue a quota 700 e Masciocchi rimane fermo a 600.
Gara fantastica quella della 1000 Base gr. A con un gruppo di testa formato addirittura da sette piloti che, fino all’ottavo dei dieci giri, hanno offerto uno spettacolo esaltante, elettrizzante, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso.
E’ dunque obbligatorio declinare subito i nomi di questi fantastici concorrenti nell’ordine in cui sono arrivati alla bandiera a scacchi; ha vinto lo spoletino Tiziano Mattioli (BMW), al secondo successo consecutivo dopo Vallelunga ed al terzo stagionale, e sul podio con lui sono saliti Antonino Reitano (Yamaha), distanziato di sei decimi, e la wild card Paolo Favalli (Kawasaki), ad 1”6. Seguono Christian Lauretti (BMW), le due wild card Leonard Solmonese (Yamaha) e Alex Campani (BMW) e Daniele Caggiano (BMW). Da considerare che questi sette sono piombati sul traguardo nel giro di 2 secondi e 8 decimi, praticamente qualcosa in più di un battito di ciglia, una distanza che testimonia l’equilibrio che ha regnato per l’intera gara.
Inizialmente il gruppo è stato guidato dal poleman Solmonese poi è iniziato il confronto tra Reitano e Mattioli che si sono scambiati molte volte la prima posizione. Il ventottenne meccanico d’auto torinese ha chiuso in testa l’ottavo ed il nono giro poi ha dovuto arrendersi al veemente rush finale dell’avversario.
Il bello (è proprio il caso di dirlo) è che del gruppo di testa hanno fatto parte anche altri due piloti e cioè la wild card Francesco Donnarumma (Ducati) e Alessandro De Momi (BMW), usciti di scena, rispettivamente, al 6° e al 9° giro; è praticamente impossibile descrivere tutti i cambiamenti di posizione che si sono verificati in questo gruppo scatenato, sempre però all’insegna della massima correttezza e sportività come si è potuto riscontrare sul podio, dove ha regnato un clima di soddisfazione e reciproco rispetto.
Tre sono stati comunque, in fasi diverse, i piloti che hanno fatto da cerniera tra i primi e gli inseguitori, evitando la fuga dei migliori e mantenendo compatto il plotone: parliamo di De Domi, di Favalli e, nel finale, di Lauretti, autore del giro più veloce in 1’58”7.
Dopo l’arrivo Mattioli ha confessato di aver pensato solo alla gara, mai al campionato “altrimenti – ha detto – avrei mollato prima a causa della stanchezza”. Il trentottenne operaio umbro ha poi raccontato che avrebbe voluto andare in fuga ma, visto che questa strategia non era realizzabile, si è messo nella scia di Reitano: “ho capito che solo facendo bene le Biondetti e la Bucine avrei potuto sorpassarlo sul rettilineo d’arrivo”. E a chi si sorprende per l’eccezionale velocità della sua BMW, Mattioli racconta che la moto è originale, dotata solo di centralina e scarico racing, il tutto curato in casa sotto la supervisione di “nonno racing” ovvero Crazy Old Man. “Faccio tutto da solo – conclude lo spoletino – ed alle gare vengo con la mia compagna, che mi fa da ombrellina”.
Reitano racconta della brutta caduta in cui è incappato nelle “libere” del giovedì a causa di una molla rotta che gli ha impedito di girare venerdì. “Ho dovuto soccombere di fronte alla maggiore velocità della BMW, comunque rimango in lotta per il campionato, la sfida è guida contro velocità”.
Quarantanovenne di Castiglione delle Stiviere (MN), nella vita montatore di arredi, Favalli sottolinea la correttezza del confronto, sia pure in spazi molto limitati e dice: “ho provato ad attaccare i primi ma mi hanno mollato le braccia”.
Al primo anno nel trofeo Amatori, il venticinquenne impiegato romano Lauretti è soddisfatto del giro più veloce ma recrimina per il podio mancato di poco: “Favalli mi ha frenato un po’ all’ultima curva altrimenti avrei potuto puntare al terzo posto”.
Mattioli consolida la propria leadership salendo ad 880 punti; Lauretti, con 565 punti, difende la seconda posizione mentre si avvicina Reitano, ora a quota 530.
E’ stata una bella gara anche quella della 1000 Base gr. B, naturalmente disputata su ritmi meno intensi ma comunque ricca dal punto di vista agonistico e molto combattuta. Per sei giri l’ha condotta Stefano Zattara (Yamaha), in corsa per la speciale classifica Naked, che ha dovuto vedersela con Massimiliano Cavicchioli (BMW) ed Emanuele Vocale (Kawasaki). Più distanziati Mirco Marini (BMW), partito alla pole position e poi costretto al ritiro, la wild Card Gianluca Labianca (Kawasaki) e Diego Dessi (Yamaha). Nella seconda parte della gara è stato Cavicchioli a prendere il comando delle operazioni, è riuscito a respingere gli attacchi di Zattara, che non ha mai mollato la sua ruota, ed ha così conquistato la vittoria. Milanese, 45 anni, fisioterapista, trasferitosi a vivere ad Asciano, nella magnifica zona delle Crete Senesi, Cavicchioli ha usato per la prima volta nella stagione la BMW curata da Nonno Racing e da Giovanni, per le sospensioni, trovandosi molto bene. E, per rimanere in tema di buoni sentimenti, sul podio ha dedicato la vittoria ai suoi biondi gemellini, un maschietto ed una femminuccia.
Quella della 1000 Avanzata è la prima gara del trofeo Amatori a prendere il via domenica, alle 14.00, quando il termometro, nonostante il leggero vento che spira sulle colline del Mugello, segna più di 30°. Molto bella la griglia di partenza, la più affollata, con ben 42 concorrenti; ma prima del via è forse proprio il caldo a mettere in difficoltà più di un pilota, sono molte le braccia che si alzano dallo schieramento, segnalando problemi di avviamento, ed appare dunque opportuna la scelta del Direttore di Gara Antonio Canu che concede un secondo giro di allineamento, riducendo la prova a 9 tornate. Finalmente si accende il verde e magnifico appare lo spettacolo offerto, soprattutto nelle prime curve, da questa muta multicolore, che si allunga e si riunisce, come stormi di uccelli, sui saliscendi della pista toscana. Ma c’è poco spazio per la poesia, è battaglia vera fin dalle primissime battute, anche se poi la gara non risulterà particolarmente combattuta, con posizioni cristallizzate e distacchi abbastanza ampi tra i protagonisti. Leggendo la classifica finale, che vede in vetta Roberto Deste (Kawasaki) ovvero uno che, per problemi vari, veniva da quattro zeri consecutivi, potremmo piuttosto dire che l’esito ha reso giustizia a chi aveva fatto l’abitudine a soffrire. Perché, oltre alla vittoria del quarantenne impiegato di Soncino (CR), al primo anno di gare, la prova ha “regalato” anche il terzo posto della wild card Pietro Lausdei, ventiduenne studente di ingegneria meccanica di Camerata Picena (AN), alla prima gara nella top class dopo un inizio di stagione disastroso con la 600, il quarto di Giampiero Scopetani (Aprilia), che continua caparbiamente a battersi con la sua naked, incurante delle leggi dell’aerodinamica, contro le moto carenate, e il riscatto degli ultrasessantenni, due ragazzi del calibro di Fulvio Rizzi (Ducati), quinto con 64 primavere sulle spalle, e di Dante Del Vecchio (BMW), “appena” sessantaduenne, nono dopo aver occupato anche il settimo posto, entrambi in rimonta, rispettivamente dalla 13.a e 14.a posizione in griglia.
E gli altri? Anzitutto vanno riconosciuti i meriti di Massimo Dovesi (Ducati), secondo al traguardo, che anche nell’Avanzata continua ad inanellare risultati di altissimo livello, di Mauro Benigni (Honda), delle wild card Settimio Casamatta (Yamaha) e Piefrancesco Campani (Aprilia) e di Marco Pollastri (Kawasaki) che hanno completato la top ten.
E poi va ricostruito l’episodio che, nel corso del terzo giro, ha caratterizzato la gara. All’uscita del Correntaio scivola infatti Manuel De Vecchi (Kawasaki), leader del campionato, fino a quel momento quarto, e, per evitare l’impatto, Roberto Bernardi (Yamaha), partito dalla pole position e secondo in campionato, passato in testa alla prima tornata, deve allargare la traiettoria e riprende dalla 22.a posizione.
In testa c’è Deste, che già dal secondo giro aveva preso il comando delle operazioni, formando un terzetto scatenato con Bernardi e Lausdei. L’episodio scompagina le prime posizioni, Deste rimane solo al comando, macina tornate con una regolarità impressionante, stampando anche il giro più veloce in 1’57”4: il Mugello, racconterà dopo, è la sua pista preferita, la moto, che fa riferimento al Team Broncos di Luca Conforti e al Team Alex Italia di Calgaro, va benissimo. A loro volta Dovesi, rallentato all’inizio dalla bagarre del gruppetto e accontentatosi nel finale, a causa dei troppi rischi presi, dopo lo zero di Vallelunga, e Lausdei, che ha trovato una nuova “famiglia” del K Team, si scambiano le due posizioni d’onore e finiscono in quest’ordine sul podio.
Intanto il riminese Bernardi riesce a recuperare fino alla 15.a posizione e mette comunque in carniere punticini utili, magari per gli scarti di fine stagione, ma la classifica, nonostante i colpi di scena, non conosce sussulti: rimane infatti al comando De Vecchi (650 p.) che continua a precedere Bernardi (593) mentre un passo avanti compie Scopetani, terzo assoluto a quota 520.
Gara 1 della 1000 Pro, disputata il sabato, è stata esaltata dalla prova di Tommaso Pinna e Alessandro Rossi. I due hanno onorato uno dei circuiti più belli ed impegnativi del mondo con un duello che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo metro e che, dopo la bandiera a scacchi, è continuato a suon di reciproci complimenti, pacche sulle spalle e clima di grande soddisfazione ed entusiasmo.
Ha vinto il trentacinquenne venditore di auto di Sassari, praticamente al foto finish, visto che ha prevalso sull’avversario per appena 2 millesimi. Ma tutta la gara è stata caratterizzata dal confronto tra i due, fatto di sorpassi e controsorpassi.
Il palcoscenico è quello del Mugello, lo scenario il quarto round del Trofeo Italiano Amatori, il copione da rappresentare è Gara 1 della 1000 Pro che si disputa sotto un bel sole estivo, con temperatura vicina ai temutissimi 30° (e oltre), preannunciati con l’arrivo di Caronte, l’anticiclone africano.
Dopo l’unico turno di qualificazioni della mattina, i protagonisti preannunciati sono il sardo Tommaso Pinna (Yamaha), già vittorioso nella gara precedente, a Vallelunga, che parte dalla pole con un fantastico 1’56”1, e poi il suo corregionale Libero Peppino Cirotto (BMW, posizioni che fanno pensare ad una giornata di grazia per i “quattro mori”), Luca Tenconi (Ducati), il leader del campionato Alessandro Rossi (Yamaha), Alessandro Baschieri (Aprilia) e Thomas Mattioli (BMW) che, nell’ordine, occupano le prime due file della griglia.
Al via scappano subito Pinna e Rossi, che ha un ottimo avvio dalla seconda fila mentre alla prima San Donato si toccano, probabilmente, Cirotto e Baschieri: il primo perde alcune posizioni mentre il modenese dell’Aprilia riesce a contenere maggiormente le conseguenze.
Comunque Pinna e Rossi dimostrano subito le proprie intenzioni e distanziano immediatamente il gruppo degli inseguitori di cui fanno da battistrada prima Tenconi, per due giri, poi Baschieri, fino all’arrivo.
I primi due se le danno di santa ragione, divertendosi come matti: “Tommaso è un animale, un pazzo, ad ogni curva rischia di mettersi la moto per cappello – dirà poi sul podio il marchigiano Rossi, uno che di trofei per Amatori ne ha vinti un po’ – ma è talmente bello e divertente vederlo guidare che quando mi sono trovato dietro a lui già mi pregustavo lo spettacolo”.
Alle loro spalle si mettono in luce, oltre a Tenconi e Baschieri, anche Fabio Gaspari (BMW), Pietro Pagnoncelli (Yamaha) ed il rimontante Cirotto che, dall’ottavo posto, risale fino al quarto finale, davanti allo stesso Gaspari e a Mattioli, tutti compresi al traguardo entro dieci secondi di distacco dal vincitore.
Inutile dire, però, che l’attenzione è concentrata tutta sui primi due, che, come a Vallelunga (dove erano però in compagnia anche di Cirotto e Gaspari), si giocano la vittoria anche con le strategie. E vincente si rivela quella di Pinna che attacca il rivale in un’ultima, emozionantissima e altrettanto tirata Bucine, riesce a passare, lo rallenta un po’ col gioco delle traiettorie e poi si gioca tutto nell’ultimo rettilineo. Rossi non si tira indietro, sa di avere una moto più veloce, la spreme a fondo verso la bandiera a scacchi ma, come detto, per appena 2 millesimi, deve accontentarsi del secondo posto. “Mettetemi le orecchie d’asino” sarà il suo primo, come sempre coloratissimo commento: “a Vallelunga ho preso un folle, qui mi sono fatto infilzare. Comunque avevo una moto più veloce di Pinna ma perdevo troppo tra Correntaio, Biondetti e Bucina”. A sua volta il commerciante d’auto sassarese sprizza gioia da tutti i pori, sta al gioco degli sfottò con Rossi, e ricorda che il suo ritorno alle competizioni, con il Trofeo Amatori, giunge dopo cinque anni di assenza dalle piste e anche dalla prima prova, sempre al Mugello. “Sono stato uno specialista della 600, ho anche il record di Mores con la moto piccola, ma ormai peso 80 chili, avevo bisogno di passare alle 1000, e mi sono sentito subito a mio agio. Il mio team, Centromoto, ha lavorato molto bene, consentendomi di centrare la pole, devo un ringraziamento anche a mio fratello, chi mi fa da sospensionista”.
Molto contento anche Baschieri, quarantasettenne agente di commercio nel settore edile che, dopo la stagione 2014, è stato fermo fino alla fine del 2017 per poi riprendere quest’anno: “il contatto avuto poco dopo il via mi ha fatto perdere un paio di posizioni poi mi sono ripreso e ho mantenuto il distacco dai primi praticamente inalterato dal quarto giro alla fine. E’ andata bene, ringrazio anche il Team Villa con cui sono tornato alle competizioni”.
E se ne sono andati via tutti allegri dal podio, dandosi appuntamento per il giorno dopo, con gara 2. Intanto la classifica della 1000 Pro vede sempre al comando Rossi (780 p.), ora seguito da Pinna (539) e Gaspari (408).
Pare che quei 2 millesimi che lo hanno visto soccombere nella gara 1 della 1000 Pro siano rimasti decisamente sullo stomaco ad Alessandro Rossi al punto da far passare al simpaticissimo pilota marchigiano 24 ore pensierose e di tensione, prima della rivincita. E così l’ex-pilota di motocross, tuttora grande estimatore di quella specialità, che considera sempre superiore alla velocità, non si è rilassato, come talvolta gli capita, non ha perso la concentrazione, ha mantenuto un ritmo costantemente elevato fino alla fine (suo il giro più veloce, con un eccellente 1’56”1, vicinissimo alla pole di Pinna) ed ha vinto gara 2 per distacco, precedendo di sei secondi la coppia sassarese composta dallo stesso Pinna e da Cirotto. Rossi, pesarese, 38 anni, che ha all’attivo già quattro titoli nelle formule per non-professionisti, ha disputato una gara in progressione che gli ha consentito di distanziare i due temibilissimi avversari. “Mi sono rimesso in pari – ha detto il vincitore -, sono stato diligente, ho guardato la tabella, dal secondo giro sono andato avanti, fino al 6° o 7° siamo stati vicini, infine ho allungato. Gara impegnativa, ho sentito il dolore agli avambracci, ma tutto ok”.
Pinna è arrivato alla premiazione visibilmente provato e infatti ha ammesso di aver sentito il caldo e la stanchezza, quest’ultima imputabile soprattutto agli anni di lontananza dalle competizioni. “Ti do appuntamento su questa stessa pista per il 26 agosto – ha detto a Rossi, lanciandogli scherzosamente il guanto di sfida – ma non facciamo le libere del giovedì altrimenti arriviamo troppo stanchi alla domenica!”.
Più sereno del sabato Cirotto che ha spiegato di aver un po’ smaltito il mal di gola e la febbre che si portava addosso. “Ho battagliato con Tenconi – racconta il commerciante di prodotti artigianali – poi ho raggiunto Pinna, lo volevo anche passare, alla Bucine ho incrociato la traiettoria ma non è stato possibile. E’ stata una gara dura ma non ho mai mollato, come dimostra il mio 56”8”.
Il trentunenne ticinese Luca Tenconi ha chiuso al quarto posto: “al via sono scappato in testa e sono stato primo fino alla prima variante poi ho sbagliato ad inserire la marcia e mi hanno passato in diversi. Non ho potuto disputare tutte le gare – dice Tenconi mentre gli avversari si congratulano per la velocità della sua Ducati –, sono soddisfatto”. Chiude il gruppo dei primi cinque Mattioli, vicinissimo a Tenconi; a seguire Gaspari, Baschieri, rimasto presto senza cambio elettronico e con la temperatura dell’acqua molto alta eppure capace di girare più forte di gara 1, Pagnoncelli, Longi e Gibertoni. Rossi ristabilisce le distanze nella generale e ora ha 1.030 punti rispetto ai 739 di Pinna ed ai 560 di Cirotto.
Prossimo appuntamento con il Trofeo Italiano Amatori il 26 agosto, ancora al Mugello, per la Coppa FMI.