Trofeo Italiano Amatori 2019 – Autodromo del Mugello – 6/7 Luglio (4° round)
www.trofeoitalianoamatori.it
Circa 260 piloti iscritti rappresentano il nuovo record per il Trofeo Italiano Amatori che saluta così, al Mugello, nel migliore dei modi il suo quindicesimo anno di attività. Un boom di partecipazione e consensi che consacra la prima formula appositamente concepita per i non professionisti, costantemente migliorata in linea con i mutamenti e l’evoluzione della motovelocità di base.
Al successo del quarto appuntamento con il trofeo 2019 contribuisce sicuramente la grande novità della stagione, il Rookies Challenge, fatto apposta, nell’ambito della classe 1000, per i debuttanti desiderosi di compiere un’esperienza agonistica vera e propria: la 1000 Base vede infatti iscritti quasi 90 concorrenti di cui una quarantina di “rookies”.
Anche al Mugello il Trofeo Italiano Amatori deve fare, sia pure parzialmente, i conti con la mutevolezza del meteo: al sabato le qualificazioni e le gare della 600 Base e 1000 Avanzata, che disputano il doppio round, sono accompagnate dal sole cocente e da temperature costantemente al di sopra dei 30°; domenica mattina sull’area dell’autodromo si abbattono temporali anche forti; poi, proprio in coincidenza con l’inizio delle gare degli Amatori, torna il sole e l’asfalto si presenta in condizioni perfette. Ma non si può negare un certo patema d’animo che, di fronte all’incertezza climatica, ha serpeggiato per qualche ora nel paddock. Ideale e rassicurante, anche in questa circostanza, il comportamento della monogomma Metzeler Racetec RR affidabile, performante, intuitiva.
I vincitori del week end sono, nella 600 Base, il francese Joey Lubrat (Yamaha) che si è imposto sia in gara 1 sia in gara 2; Francesco Alagna (Yamaha) nella 600 Avanzata; Carlo Corsini (Yamaha) nella 600 Pro; Giuseppe Marsella (Ducati) nella 1000 Base A; Christian Cippitelli (Suzuki) nel Rookies Challenge – 1000 Base B; Alessandro De Momi (BMW), anch’egli autore di una doppietta nella 1000 Avanzata e, infine, Gianluca Baratto (Yamaha) nella 1000 Pro.
Classe 600 Base
Gara 1 – Mignovillard è un paesino francese del Giura, nella regione della Borgogne, completamente sconosciuto agli ambienti motociclistici, almeno fino a sabato 6 luglio, quando un suo giovane figlio, Joey Lubrat (Yamaha), si è imposto prepotentemente nella classe 600 Base del Trofeo Italiano Amatori, sbaragliando avversari di provata esperienza e cogliendo così la prima vittoria importante della sua carriera, iniziata a 12 anni.
La scelta di partecipare al più longevo campionato non professionistico del mondo è dovuta ad un altro pilota francese, Xavier Navand, che lo mette in contatto con il team EMC2 Racing. L’esordio a Misano nel primo round del trofeo 2019 è promettente anche in considerazione del fatto che la pista gli è sconosciuta; alla prima del Mugello tutto sembra filare liscio ma poi un contatto con un altro pilota ferma la sua gara. Lubrat si riscatta parzialmente a Vallelunga (8° in griglia, 7° al traguardo) ma rimane comunque nell’ombra fino all’exploit sul circuito toscano. In un sol colpo pole e vittoria in gara e ovviamente un bel salto in classifica generale.
La sua corsa è stata un monologo, ma non deve ingannare il fatto che abbia condotto praticamente dall’inizio alla fine, perché gli avversari di calibro, come il nuovo leader del campionato Giovanni Calvo (Honda), e gli altri di alta classifica gli hanno dato filo da torcere, quasi fino alla bandiera a scacchi.
Allo start parte bene tutta la prima fila comprendente oltre a Lubrat e Calvo anche Roberto Bellebono (Kawasaki) e quelli della seconda con Nicola Crestanini (Yamaha), Davide Giostra (Kawasaki) e Alessandro D’Ancona (Yamaha). Sin dalle prime battute si capisce subito che saranno questi i piloti che si giocheranno la vittoria, infatti inizia subito la bagarre, con Calvo che non intende dare via libera a Lubrat tanto che per un breve periodo passa anche a condurre, ma il “francesino” riprende subito in mano le redini della gara e fa capire agli avversari che è decisissimo a compiere l’impresa, assecondato in questo, anche da una moto perfetta e velocissima che nei lunghi rettilinei del Mugello fa la differenza.
Il primo colpo di scena alla fine del terzo passaggio, quando Crestanini entra ai box per un problema tecnico e abbandona, il gruppetto di testa è formato ora da Lubrat, Bellebono e Calvo, leggermente più indietro seguono Giostra, D’Ancona e Lecce. Il terzetto al comando dà veramente spettacolo e transita sul traguardo spesso racchiuso in meno di un secondo, mentre gli altri lentamente si allontanano.
Nei tre giri finali Lubrat decide di allungare e saluta la compagnia lasciando Calvo e Bellebono a lottare per la piazza d’onore con il primo decisissimo a prendersela, ma il ragusano al penultimo giro va lungo alla San Donato e con un’acrobazia da “crossista” riesce miracolosamente a rimanere in piedi anche se perde notevole terreno tanto, da essere superato anche da Giostra, rientra in pista subito alle spalle del marchigiano e nel finale riesce in volata a recuperare il terzo gradino del podio per soli 60 millesimi. Quinto arriva D’Ancona che nell’ordine precede Lecce, Donati, La Farciola e Scalcione tutti su Yamaha. Completa la top ten Cristina Peluso (Honda).
Gara 2 – Pensate ad una gara in cui escono di scena contemporaneamente quattro dei piloti che occupano le prime cinque posizioni in campionato e avrete un’idea di questa incredibile, emozionante, fantasmagorica 600 Base della domenica!
Detto che la vittoria non sfugge al sedicenne francese Joey Lubrat (Yamaha) che, messo di nuovo perfettamente in pista dal Team EMC2 di Milano, firma una doppietta obiettivamente non pronosticabile e agguanta la testa della generale, è indispensabile parlare di chi non figura nell’ordine d’arrivo.
Su ben 41 iscritti e quaranta piloti al via, a non vedere la bandiera a scacchi sono proprio loro, ovvero quattro grandi protagonisti della formula: parliamo di Giovanni Calvo (Honda), che dopo gara 1 era il nuovo capoclassifica, di Roberto Bellebono (Kawasaki), secondo il sabato e secondo nella generale a pari merito con Nicola Crestanini (Yamaha); dello stesso Crestanini e di Davide Giostra (Kawasaki), quarto il sabato e quinto in campionato.
Calvo e Bellebono escono di scena insieme, durante il terzo giro, per un contatto fortuito alla Scarperia quando stanno ovviamente lottando per le primissime posizioni; Crestanini, già ritiratosi in gara 1, esce di scena pochi metri dopo, al Correntaio; infine tocca a Giostra abbandonare, a metà gara, per problemi tecnici, quando è in ottava posizione.
In testa Lubrat è scatenato, segna il giro più veloce in 2’01”3, la sua azione è fluida e pulita, appare elegante ma anche terribilmente efficace, arriva ad avere oltre 5” di vantaggio sugli inseguitori, poi gestisce senza affanni e si impone con un margine di 6” su Alessandro D’Ancona e sulla wild card Loris La Farciola, entrambi abruzzesi ed entrambi su Yamaha, compagni nel team ASA Motorsport che è una formazione fatta tra amici, per aiutarsi reciprocamente, di cui è leader il quarantenne pescarese Marco Imbastaro, pilota della 1000 Base (e veterano del trofeo).
D’Ancona e La Farciola danno vita ad un duello accesissimo che vede prima prevalere il ventinovenne di Ortona poi, definitivamente, il trentunenne di Francavilla al Mare, legatissimo alla famiglia, presente al Mugello con la moglie in dolce attesa ed un bimbo di tre anni. Seguono il toscano Alessandro D’Antonio (Yamaha), vincitore del secondo round al Mugello in configurazione-winter, che precede di poco Ferdinando Donati (Yamaha).
Lubrat fa suonare per la seconda volta consecutiva la Marsigliese, è raggiante per il nuovo successo e ammette che la sua gara è stata più facile per l’uscita di scena di tanti avversari di primo piano. Poi si gode la festa con il team e con la famiglia, papà Laurent in testa. Ora è lui, con 680 punti, il leader di un campionato completamente stravolto da quest’ultima prova; lo inseguono, nell’ordine, Calvo a quota 590 e poi, nell’ordine, D’Ancona (578), Crestanini e Bellobono (560), D’Antonio (518) e poi, via via, gli altri.
Classe 600 Avanzata/Pro
Parte la gara, poche curve ed è subito bandiera rossa, infatti una scivolata alla San Donato coinvolge due piloti; alla successiva partenza, con la procedura quick restart e sulla distanza ridotta a nove giri, risulta assente Massimo Gamba (Honda) che aveva ottenuto il quarto tempo in prova.
Allo start successivo tutto procede regolarmente e si assisterà a una corsa spettacolare e con un finale incredibile, tanto che la classifica è stata modificata dopo la visione del fotofinish: alla fine tre piloti in 35 millesimi, con i primi due separati da soli dodici millesimi, ovvero appena sei centimetri.
Protagonisti assoluti tre portacolori Yamaha: il piacentino Carlo Corsini, il barese Vincenzo Ostuni e il catanese Salvatore Torrisi, giunti nell’ordine e che si sono dati battaglia, scambiandosi continuamente le posizioni, praticamente per l’intera corsa.
Si spegne il semaforo e il più reattivo è Gianluigi Rizzo (Yamaha) che brucia il poleman Corsini e gli altri della prima fila, le schermaglie iniziano subito e i migliori si posizionano immediatamente nelle posizioni che contano, così al primo passaggio la schermata sul monitor dei cronometristi vede Rizzo precedere Torrisi, Corsini, Ostuni, Zappon e Fornari, leggermente già attardati gli altri. Da notare l’immediata rimonta di Guido Ticini (Yamaha) che in una sola tornata passa dalla ventisettesima alla quindicesima posizione e il contemporaneo arretramento di Francesco Varanese (MV Agusta) dalla quinta alla tredicesima. I due poi si stabilizzeranno durante la gara per chiudere immediatamente a ridosso della top ten.
Come detto, il terzetto Ostuni, Corsini, Torrisi, mette subito in chiaro che la vittoria se la giocheranno loro, infatti una volta sbarazzatisi di Rizzo, l’unico che ha tentato di mantenere almeno per un po’ la ruota dei fuggitivi, al terzo giro rompono gli indugi con un perentorio allungo e salutano la compagnia. Il comando delle operazioni lo prende Ostuni che lo manterrà, almeno sul traguardo, per sei giri. A circa metà gara escono di scena, in sequenza, Antonucci e Zappon che facevano parte del gruppo degli immediati inseguitori del terzetto di testa.
Da questo momento la gara vede un continuo alternarsi dei tre al comando con posizioni che variano ad ogni curva sino ad arrivare alla volta finale che premia Corsini, il quale di un’inezia precede Ostuni e Torrisi, poi a oltre tredici secondi in volata Rizzo ha la meglio su Francesco Alagna (Yamaha) che risulta essere il primo della classe Avanzata, il quale ha sua volta regola Mauro Cocchi (Yamaha) e Corrado Fornari (Kawasaki), anch’essi appartenenti alla Avanzata che vanno così a completare il podio di questa categoria. Nei dieci terminano anche la wild card Simone Caccamo (Honda), Stefano Munerato e Gabriele Nigro, entrambi su Yamaha.
In classifica generale Ostuni, con 910 punti, precede Torrisi (848), Corsini (690) e Ticini (520). Nell’Avanzata il capoclassifica è Fornari (720) con un margine molto ristretto su Munerato (690) e su Alagna (660); seguono Cerullo (610) e Gallucci (580).
Classe 1000 Base B – Rookies Challenge
In questo quarto round del Trofeo Italiano Amatori va in scena anche il secondo appuntamento del Rookies Challenge, il trofeo nel trofeo, riservato ai principianti che si svolge su tre prove e che si corre all’interno del gruppo B della classe 1000 Base.
Bottino pieno per il romano (di Marino) Christian Cippitelli (Suzuki) che, dopo aver ottenuto la pole position, si aggiudica anche la gara e contemporaneamente si avvicina alla testa della classifica generale detenuta dal torinese Damiano Pipicella (Yamaha), terminato alle spalle del vincitore e davanti al bresciano Marco Aiardi (BMW).
Il laziale già dalle prove aveva dimostrato di trovarsi molto bene sul circuito fiorentino e così non fallisce lo start prendendo immediatamente in mano la corsa per non mollarla più fino alla bandiera a scacchi. Alle sue spalle si insedia subito Pipicella che nei primi tre giri proverà a mantenere il contatto con il battistrada ma poi comprenderà che il tentativo non potrà sortire effetti, vista la giornata di grazia di Cippitelli e il contemporaneo riacutizzarsi del dolore alla spalla destra, lussata in una scivolata in cui è incappato nelle prove libere del venerdì.
Dietro i due, che, anche se distanziati, fanno praticamente gara a sé, si assiste per la prima metà della corsa al bel duello fra Aiardi e Mizzoni (BMW), ai quali si aggiungerà poi anche Valerio Selvetti (BMW) che dopo la pessima partenza (era scivolato dalla terza alla dodicesima posizione), recupera sino a giocarsi il podio in volata.
Per le prime due posizioni la gara sembra abbondantemente chiusa, ma nei due giri finali Pipicella è ancora più in difficoltà per la spalla e stringe i denti, mentre da dietro rinvengono molto forte Aiardi e Selvetti che, dopo essersi sbarazzati di Mizzoni, tentano l’attacco alla seconda posizione. Cippitelli conclude con quasi dieci secondi di vantaggio poi volatona a tre con Pipicella che chiude tutte le porte e di ottanta millesimi ha la meglio su Aiardi, fuori dal podio per un decimo Selvetti, quinto termina Mizzoni che nell’ordine precede Arrigo, Scarabelli, Beschi e Leoni.
Classe 1000 Base A
Griglia super completa con 42 piloti schierati al via della 1000 Base A e anche in questa circostanza un protagonista assoluto: Giuseppe Marsella (Ducati) che, dopo aver dominato le prove rifilando oltre un secondo e mezzo all’immediato inseguitore Mattia Rossignoli (BMW), si aggiudica a mani basse anche la gara.
La partenza è da brivido con Rossignoli al centro della prima fila che rimane bloccato e con tutti gli avversari che miracolosamente riescono a schivarlo, alla fine il veronese partirà ultimo ma si renderà protagonista di un bel recupero tanto da finire quattordicesimo. Peccato, perché visti i tempi in gara, avrebbe potuto lottare sicuramente con i primi.
Come detto, start perfetto di Marsella che va subito al comando; protagonista di un’eccezionale partenza anche Santo Isgrò (Yamaha), leader del campionato dopo tre prove, che si installa subito dietro al battistrada, mentre esce di scena dopo poche curve Michele Bucchioni (Bimota) che partiva dalla prima fila con il terzo crono.
Marsella allunga immediatamente e prende subito un certo margine che poi amministrerà senza strafare durante tutta la gara, alle sue spalle Isgrò, Becciolini e Cascone inseguono in fila indiana, leggermente indietro Fabrizio Giraudo guida il resto del gruppo che rapidamente si va sgranando.
La situazione non varia fino metà gara quando Cascone inizia a perdere terreno e scivola rapidamente indietro abbandonando il gruppetto in lotta per il podio, la cosa favorisce Giubbolini e Isgrò che guadagnano terreno e si avvantaggiano su Becciolini, Giraudo e Andrea Ari Modena, risalito dalla decima posizione.
Ci si avvicina all’epilogo con Marsella che oltre alla vittoria conquista anche la testa della classifica, Giubbolini e Isgrò escono appaiati dall’ultima curva ma la scia favorisce l’emiliano che di soli sessanta millesimi ha la meglio sul siciliano che così perde anche la leadership della classifica generale. Ai piedi del podio arriva Becciolini che nell’ordine precede Giraudo, Modena, Barbangelo, Orsini, Imbastaro e Conti.
Classe 1000 Avanzata
Gara 1 – Alessandro De Momi (BMW) fa sempre più sul serio. Dopo aver vinto nella fornace di Vallelunga, il cinquantenne pilota di Bassano del Grappa si ripete in gara 1 della 1000 Avanzata, disputata con la colonnina di mercurio attestata a quota 30°, sotto il sole cocente del Mugello. De Momi dimostra così non solo un’invidiabile forma fisica (forgiata sempre su due ruote, ma a trazione umana) ma anche di puntare dritto al titolo. Il veneto rafforza infatti la sua leadership e si dichiara deciso a proseguire la striscia vincente.
La gara ha tre grandi protagonisti: oltre a De Momi, il trentanovenne mantovano Pietro Sartori (Kawasaki) e il quarantacinquenne modenese Fabrizio Brandoli (BMW) che chiudono nell’ordine, occupando il podio. Questo terzetto dà anche spettacolo, lottando praticamente per tutti e dieci i giri e riuscendo a guadagnare un margine sufficiente sugli inseguitori. De Momi conduce per i primi tre giri poi è Sartori a menare le danze per cinque tornate infine De Momi torna al comando, sfruttando una flessione del battistrada. Sartori (e anche Brandoli, reduce da un anno e mezzo di sofferenze, dovute ad una serie di infortuni) rimangono comunque concentratissimi e colgono la seconda e la terza posizione.
Alle spalle del terzetto si mettono in evidenza due coppie che si scambiano di posizione, quella formata da Gabriele Rossi e Francesco Bernoni, entrambi su Yamaha, e l’altra composta dal poleman Daris Mancastroppa (BMW) e Gabriele Gamberucci (Yamaha) che completano l’ordine dei primi sette.
De Momi, che firma il giro più veloce in 1’57”4, spiega di aver previsto il calo di Sartori e anche di aver studiato il punto dove attaccare l’avversario, ovvero la “Scarperia”, ma di aver potuto poi anticipare l’affondo. Sartori è soddisfattissimo della seconda posizione che gli permette di sopravanzare Rossi nella generale e molto cavallerescamente si complimenta con il vincitore sia per la sua azione sia per la correttezza e la pulizia adottata nella bagarre (e che, a quanto pare, lo contraddistingue sempre). Brandoli è veramente felice per essere finalmente uscito dal tunnel degli infortuni e racconta di essere riuscito a rimanere nel gruppetto di testa per non essersi mai girato. Lo ha fatto solo al nono giro ed è bastato rendersi conto che avesse un po’ di vantaggio sugli inseguitori per smarrire la massima concentrazione e perdere qualche metro dai primi.
Gara 2 – Il round domenicale della 1000 Avanzata propone una classifica identica alla gara del sabato ma con un copione non del tutto uguale. Vince dunque Alessandro De Momi (BMW) davanti a Pietro Sartori (Kawasaki) ed a Fabrizio Brandoli (BMW) e così il cinquantenne di Bassano del Grappa inanella il terzo successo consecutivo e raggiunge quota 1.000 nella generale, consolidando il suo primato. A sua volta il trentanovenne mantovano Sartori firma il quarto secondo posto dall’inizio della stagione ed insegue con 800 punti. Il terzo, dopo cinque delle sette prove stagionali, è il marchigiano Gabriele Rossi, 45 anni, (Yamaha), a quota 678.
Stavolta, dopo il via, è Sartori, che parte benissimo, a guidare per tre giri davanti a De Momi; poi i due si scambiano le posizioni e giungeranno in quest’ordine al traguardo. Solo nel finale Sartori, che si è sempre mantenuto a breve distanza dal battistrada, cede leggermente, chiudendo a 4” mentre De Momi, vedendo concretamente la possibilità di concedere il bis, guida molto concentrato fino all’ultimo metro; nuovamente suo il giro più veloce in 1’57”0. Alle spalle dei primi due viaggia il poleman Daris Mancastroppa (BMW) al quale però la direzione di gara infligge una penalizzazione di 20” per partenza anticipata. Il bresciano scende così al 10° posto e lascia il terzo gradino del podio al bravo Fabrizio Brandoli (BMW): il modenese parte molto bene ma viene poi infilato alla prima San Donato dai “missili” De Momi e Sartori. Rinfrancato anche dalla bellissima prestazione del sabato, disputa comunque una gara regolare, anche stavolta si gira indietro solo al penultimo giro e vede che il suo vantaggio è sufficiente per assicurarsi la posizione. Poi, dopo la bandiera a scacchi, apprende della penalizzazione di Mancastroppa che gli garantisce ancora il terzo posto. Grazie all’ottimo week end in Toscana, ora Brandoli è sesto in classifica generale, a quota 370, preceduto dall’umbro Tiziano Mattioli (BMW, 461 p.) e dal trentunenne siciliano Manlio Scaglione (Yamaha, 510 p.), due piloti di alto livello che nelle ultime tre prove non sono apparsi all’altezza delle loro possibilità.
Classe 1000 Pro
Al “festival” dei colpi di scena che si rappresenta al Mugello, la 1000 Pro non rinuncia a dare la sua parte.
Ne farebbe, per la verità, molto volentieri a meno Matteo Bizzotto (Yamaha), malcapitato protagonista della sorpresa che caratterizza la gara. Il trentacinquenne pilota di Bassano del Grappa, leader del campionato, partito dalla pole position con 1’55”6 e autore della tornata più veloce in 1’56”1, conduce infatti fino al 9° giro; poi, proprio quando la bandiera a scacchi si sta avvicinando, deve lasciare strada all’inseguitore Gianluca Baratto (Yamaha) e abbandonare ogni speranza non solo di vittoria ma addirittura di raccogliere punti. Amarissima la motivazione del ritiro, la mancanza di benzina; un problema inspiegabile vista l’attenzione con cui opera il Bizzotto Racing Team e lo scrupolo messo dallo stesso Matteo che racconta poi di aver personalmente rifatto i calcoli, tenendosi un prudenziale margine di sicurezza.
Dopo cinque prove (compreso il doppio round iniziale, a Misano), “El Bisso” rimane in testa alla generale (786 p.) ma, quello che poteva essere il colpo definitivo inflitto al torneo, si trasforma in un malinconico “zero” che riapre i giochi. Assente Tiziano Traini, infortunatosi nelle libere e costretto a rinunciare alla gara per una lesione ad un ginocchio, inseguitore ufficiale diventa Alessandro Rossi (Yamaha, 660 p.); il pesarese affronta anche al Mugello una serie impressionante di tribolazioni ma, come sempre, ci mette il cuore ed il manico, giunge quarto all’arrivo e riduce a 126 i punti di distacco da Bizzotto. Al terzo posto in campionato sale dunque Baratto (650 p.) che, dopo la bellissima prova in terra toscana (e forte dell’entusiasmo che gliene deriva), si propone ora come avversario scomodo per tutti.
Ma torniamo alla gara che, dopo il via, vede proprio Rossi al comando per tre giri davanti a Bizzotto ed a Elia Crotta (Honda); poi, come detto, il veneto passa in testa davanti a Baratto mentre, leggermente più distanziati si danno battaglia Crotta, Pier Domenighini (Kawasaki) e Alessandro Baschieri (Suzuki). Subito dietro è ancora bagarre e spettacolo grazie a Rossi, Fabio Gaspari (BMW), Libero Peppino Cirotto (BMW) e a un incredibile Manuele Zambelli (BMW). Il quarantaseienne padovano rimonta dall’ottava posizione iniziale compiendo due strepitosi sorpassi proprio nell’ultima tornata.
Al penultimo giro Bizzotto, che ha avvertito i primi segnali della mancanza di carburante, rallenta il ritmo, facendo avvicinare tutto il gruppo; all’ultima tornata deve fermarsi. Sfilano così nell’ordine sotto la bandiera a scacchi Baratto e poi Domenighini, Crotta e Rossi che piombano sul traguardo racchiusi in un fazzoletto. Vicinissimi anche Zambelli e Bascheri che si giocano sempre in volata la quinta posizione precedendo Gaspari, Cirotto, il volto noto del trofeo Luca Pavanini (Ducati) e Giorgio Cannone (Yamaha).
Il ventiseienne di Noale Baratto, che già si era messo in evidenza nelle qualificazioni con il secondo tempo, completa così la sua marcia di avvicinamento al vertice della top class: “Ringrazio il Seven Team che crede in me e mi ha messo a disposizione una moto veramente perfetta, equilibrata e potente. Un ringraziamento particolare al capomeccanico Rosario che, sportivamente parlando, per me è come un secondo padre. Mi dispiace per Bizzotto ma io c’ho creduto fino all’ultimo, non ho smesso mai di inseguirlo”. Domenighini, con i suoi 55 anni, è la gioia fatta persona, dimentica la stanchezza e rievoca con gli avversari, con la consueta vivacità ed allegria, le fasi più emozionanti. Crotta, 19 anni, svizzero di Bellinzona, è un po’ la sorpresa della giornata. Gli altri piloti si dichiarano sorpresi per le incredibili pieghe che riesce a pennellare; lui appare sinceramente confuso dal risultato e dalle tante attenzioni, spiega che fa tutto con il papà, senza team, e che è al primo anno di 1000 e di Pro dopo una stagione nella 600 e tre (nonostante il fisico atletico) nella 300.
Infine Rossi, un po’ il “grande vecchio” (non anagraficamente, ma per esperienza ed astuzia) della categoria, un po’ il monello terribile, che è riuscito a cogliere il quarto posto con una moto che, subito dopo l’arrivo, rivela la rottura del motore, già anticipata da alcuni sbuffi di fumo. E pensare che il primo lo aveva rotto alla fine delle prove ufficiali, inconveniente che ha costretto i meccanici ad una notte di lavoro. Partito senza poter provare, Alessandro ha come sempre attaccato, cogliendo, nella malasorte, un risultato tanto sofferto quanto meritato.
Ufficio Stampa
Rif.: Diego Mancuso, 347 7593717 – Celso Pallassini, 328 8326609